Come molti di voi sapranno, il maestro Camilleri (uno dei miei scrittori preferiti) è ricoverato in condizioni critiche. In queste ore ho letto messaggi di incoraggiamento al maestro, ai quali aggiungo anche i miei auguri per una veloce ripresa, ma ho anche letto parecchi commenti contenenti insulti. Persone che, inacidite dagli ultimi commenti politici di Camilleri (come se avere un idea diversa equivalesse ad aver compiuto un peccato mortale), gli hanno augurato cose tali da far impallidire chiunque e offese così impietose che meriterebbero querele. Epiteti rivolti ad un signore che, piacendo o meno, è sicuramente un faro per la narrativa, per il teatro e per la cultura italiana e che ora, anziano, inerme e indifeso su un letto e tenuto in vita da macchine, non può difendersi verbalmente. Inizio davvero a credere che la pietà e la comprensione siano davvero scomparse dal nostro “patrio” suolo e che questo odio di massa sia frutto del “patrimonio” culturale propinato da cattiva televisione, cattivo cinema e soprattutto pessima politica (e non parlo di uno schieramento specifico, ma di tutto l’arco dei nostri “onorevoli” rappresentanti).
Sarebbe bello, per una volta, lasciare lontano ideologie politiche e i “credo” personali e pensare che c’è un signore che potrebbe essere nostro nonno, su un letto e che questo “nonno” potrebbe essere non lontano dall’intraprendere un viaggio senza ritorno. Ci vuole solo un po’ di buon senso e un pizzico di sensibilità che, detta così, può sembrare poca cosa, ma che di questi tempi è materia sempre più rara.
Vecchio o meno, simpatico o meno, polemico o meno, abbiamo ancora bisogno della voce di uno come Camilleri, per questo mi auguro che il maestro possa riprendere il suo cammino terreno, insegnandoci a prendere le cose con maggiore ironia e soprattutto senza rotture di cabasisi...
La cosa grave è che, direttori di quotidiani come Feltri, provochino insultando uno scrittore che al momento non può replicare scrivendo cose a dir poco offensive per un intero popolo ed utilizzando una terminologia a dir poco ineducata.
Personalmente non sono disposto a tollerare un linguaggio così esplicito e provo a dire il mio "basta" con una striscia satirica (unico modo di poter esprimere il mio dissenso).
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